Il sodio è un elemento fondamentale per il corpo umano e per il mantenimento dello stato di salute dell’organismo. Il sodio è presente negli alimenti e viene completamente assorbito nell’intestino. I reni eliminano il sodio assorbito e mantengono stabile il bilancio tra introito ed eliminazione del sodio. Il sodio della dieta è nella forma di sale, il cloruro di sodio, il banale sale da cucina. Quando ci si riferisce solo al sodio, il peso dell’elemento è circa la metà (esattamente il 40%) di quella del cloruro di sodio. Il fabbisogno di sodio dell’organismo è molto ridotto cioè meno di mezzo grammo al giorno, pari a circa 1 grammo di cloruro di sodio. In molte popolazioni africane e sud-americane l’apporto alimentare di cloruro di sodio è anche inferiore a 1 g e in queste popolazioni l’ipertensione è una malattia completamente assente. Un elevato apporto di sale produce ipertensione arteriosa, una delle malattie più frequenti nella popolazione generale. Circa il 25% della popolazione (1 individuo su 4) è ipertesa e questo è causa di alto rischio di malattie cardiovascolari e renali.
Il problema di limitare l’apporto alimentare di sodio è di primaria importanza nelle malattie renali in quanto, con l’eccezione di rarissime malattie che fanno perdere con le urine eccessive quantità di sodio, la disfunzione renale ostacola l’eliminazione renale del sodio favorendone l’accumulo.
Un’alimentazione a basso apporto di sale è essenziale per prevenire e curare l’ipertensione e le malattie renali. Per la popolazione generale sana le linee guida internazionali e della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomandano di limitare l’apporto giornaliero di sale da cucina (cloruro di sodio) a 6 grammi al giorno (circa 2,4 grammi di sodio). Questa quantità di sale è molto superiore al fabbisogno minimo dell’organismo che è di 1 solo gr al giorno. Tuttavia nei paesi del mondo occidentale assumono in media 10-12 grammi al giorno, cioè una quantità doppia rispetto a quella raccomandata costituendo uno dei principali fattori causali dell’ipertensione e delle malattie renali.
La quantità di sale raccomandata nelle malattie renali è quella dell’OMS, cioè meno di 6 g di sale da cucina (cloruro di sodio), che corrisponde a 2,4 g di sodio al giorno. Nei pazienti che presentano edemi (gonfiore alla gambe) in genere si raccomanda un introito di circa 3 g al giorno.
Fonti alimentari del sale
Gli alimenti naturali contengono poco sodio. Il contenuto naturale di sodio degli alimenti è pienamente sufficiente a soddisfare il fabbisogno dell’organismo. L’alta introduzione di sodio con la dieta nei paesi occidentali è dovuta prevalentemente al sale aggiunto agli alimenti durante la preparazione artigianale o industriale Il sale viene aggiunto perché grazie alla sua capacità battericida permette la conservazione a lungo termine degli alimenti. Inoltre il sale viene aggiunto per dare “sapidità” ai cibi, una caratteristica gradita dalla maggior parte delle persone. Il pane e i prodotti da forno (cracker, grissini etc), ma anche paste ripiene (tortellini, agnolotti, cannelloni), pizza, formaggi, insaccati, pesci conservati (tonno e sardine o salmone in scatola) sono tutti alimenti che contengono quantità eccessive di sale.
Il “Sale da Farmacia”
Molti credono che i prodotti simili al sale da cucina, come il “sale di farmacia”, non contengano sodio e quindi possano essere assunti liberamente. Bisogna prioritariamente tener conto che questi prodotti contengono elevate quantità di potassio. Il “sale da farmacia” può senz’altro esser usato dai soggetti ipertesi che non hanno insufficienza renale e in questi pazienti un alto apporto di potassio contribuisce a controllare l’ipertensione. Tuttavia il sale da farmacia è dannoso per i pazienti con malattie renali in quanto i reni insufficienti eliminano con difficoltà il potassio e questo può produrre iper-potassiemia, una alterazione che può indurre gravi alterazioni del ritmo cardiaco. Il pericolo dell’uso del sale da farmacia è particolarmente alto nei pazienti con insufficienza renale che assumono farmaci ACE inibitori (Capoten, Zestril, Converten, Enapren, Eliten, Triatec, Reaptan, Coversyl, Cibacen, Acequin e altri) o antagonisti del recettore dell’angiotensina II (Forzaan, Lortaan, Tareg, Valpression, Blopress, Ratacand, Tiartan, Aprovel, Karvea, Olpress, Micardis, Pritor e altri) in quanto questi farmaci , che sono usatissimi per ridurre la pressione arteriosa, riducono l’eliminazione del potassio creando una pericolosa situazione di alto apporto di potassio (il sale di farmacia) a fronte di una scarsa eliminazione renale di potassio.
Come deve fare il nefropatico per ridurre il sale della dieta?
- Leggere le etichette nutrizionali degli alimenti. Sull’etichetta dei prodotti alimentari gli ingredienti sono indicati in ordine decrescente. Quindi se il sodio o il cloruro di sodio sono in cima o ai primi posti della lista, l’alimento è ricco in sodio e va evitato;
- Tener presente che il pane è molto ricco in sale. L’uso di pane senza sale è fondamentale per ridurre l’apporto alimentare di sodio.
- Per i pasti al ristorante, chiedere che il cuoco non aggiunga sale nella preparazione dei piatti (es. carne, pesce, insalate) e che eviti salse e condimenti. E’ raccomandabile ordinare solo pietanze semplici come carne o pesce cotto alla griglia, arrosto o
- Non aggiungere sale ai cibi né prima né durante né dopo la
Una maniera semplice per ridurre l’apporto alimentare di sale è evitare gli alimenti elencati in questa lista.
Basare la dieta su cibi freschi o surgelati
Eliminare snacks salati, salumi e formaggi e/o cibi conservati o inscatolati o conservati sotto vetro (tutti alimenti con alte quantità di sale aggiunto!).
- rimuovere la saliera dalla tavola
- usare pane senza sale
- cucinare senza sale
- Per dare “sapidità” ai cibi adoperare spezie, limone, aceto, peperoncino al posto di sale.
Questa lista va adattata in base alle esigenze individuali. Per esempio, se il paziente consuma meno di 50g di pane al giorno, potrà continuare a consumare il pane normale.